L’Associazione Culturale ARTIEMIELE, col patrocinio della Regione Puglia, della Mediateca regionale e della Puglia Digital Library, ha proposto per il 15 giugno la mostra fotografica di Pio Tarantini “BARACCHE A CERANO” presso la Mediateca Regionale Pugliese – via Zanardelli, 30 – Bari.
Saluto istituzionale di Mauro Paolo Bruno, Dirigente Regione Puglia – sezione Sviluppo, Innovazione e Reti.
Oltre all’autore sono intervenuti Dino Borri, Professore emerito di Pianificazione Urbanistica al Politecnico di Bari e Pio Meledandri, Presidente dell’Associazione ARTIEMIELE. Cerano è il nome di una località a pochi chilometri dalla costa a sud di Brindisi dove sorge la grande centrale termoelettrica, in dismissione fino allo scoppio della invasione russa in Ucraina, ma da alcuni mesi riportata alla massima potenza.
A metà degli anni ’70 esisteva, su quel tratto di mare ancora terso, una baraccopoli realizzata dagli abitanti di una frazione di Brindisi, una sorta di villaggio vacanze dei poveri per trascorrervi il periodo estivo.
«Le baracche erano costruite con materiali di risulta (anche pannelli pubblicitari sradicati dai bordi delle strade) e tinteggiati poi con i tipici colori a calce dai meravigliosi toni pastello. La baraccopoli era abusiva e al di fuori di ogni norma igienica: la realizzazione della centrale termoelettrica ne decretò la fine». (1)
La mostra, composta da 20 scatti originali prodotti da Pio Tarantini tra il 1975 e il ’77, è una documentazione storica oltre che artistica di luoghi caratterizzati da un’architettura povera e ingegnosa, cancellati per dar posto ad insediamenti industriali. L’area della centrale termoelettrica di Cerano sviluppa una superficie uguale all’intero centro storico di Brindisi. Pio Tarantini, allora molto giovane, studia – con la meticolosità di un’indagine antropologica – un insediamento umano inconsueto, frutto della rivendicazione da parte di un gruppo di famiglie meno abbienti di poter godere del sole e del mare che in fondo appartengono anche a loro, perché parte dello stesso territorio in cui quelle persone hanno da sempre vissuto. L’autore abbandona il bianco e nero dei primi reportage sociali per imboccare la strada della sua maturazione artistica, diretta alla ricerca dei luoghi identitari divenuti troppo spesso soltanto “memoria”.
(1) PIO TARANTINI, Trent’anni di fotografie. 1972-2002, Album-Gruppo Immagine, Milano 2002. Bari, giugno 2023 Associazione Culturale ARTIEMIELE